Quando la Storia è soltanto un'opinione

Napoleone a Mombello?

Piazze e palazzi: svarioni storici del Comune di Mombello Monferrato

immagine Napoleone Bonaparte

riproduzione fotografica in pubblico dominio
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:DelarocheNapoleon.jpg
desaturata e modificata
dell'opera bidimensionale di pubblico dominio "Napoléon abdiquant à Fontainebleau" di H.P. Delaroche






targa itinerario pavesiano
Mombello Monferrato - Targa itinerario pavesiano










Mombello Monferrato - Monumento ai Caduti
Mombello Monferrato - Monumento ai Caduti






























Mombello Monferrato - casa Tornielli lato sud
Mombello Monferrato - "Palazzo Tornielli"
































Limbiate - Villa Pusterla Crivelli
Mombello di Limbiate - Villa Pusterla Crivelli
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NOTA:     Dopo aver visitato le pagine del sito ufficiale del Comune del mio paese mi son deciso a scrivere al bisettimanale casalese "Il Monferrato" una lettera che è stata sì pubblicata (sotto il titolo «svarioni di "promozione turistica" - Quando Napoleone arrivò a Mombello oppure in Brianza» alla pagina 11 dell'edizione di venerdi 23 novembre), ma con numerosi tagli (per ragioni di spazio?). Pur riconoscendo che ciascuna redazione sul proprio giornale può pubblicare ciò che vuole ed appiccicarvi i titoli che crede, non ritrovandovi appieno il mio pensiero riporto qui di seguito il testo integrale della mia lettera: i periodi in rosso sono quelli tagliati dalla redazione de "Il Monferrato". Quella in verde è invece una piccola modifica da me apportata soltanto qui.

     In relazione ad uno degli "itinerari pavesiani" individuati nella nostra regione, sotto l'egida della Provincia di Alessandria tempo fa furono prodotte targhe per così dire "personalizzate", da esporsi ciascuna in ognuno dei nove luoghi interessati da quel percorso, ovviamente demandandone la collocazione alle rispettive autorità locali. Avviene così che a Mombello Monferrato, nel capoluogo, nei pressi del peso pubblico da qualche anno svetta una targa recante una citazione della «piazza» di Mombello tratta da "Il diavolo sulle colline" di Cesare Pavese. Per dov'è stata collocata, l'ignaro passante che vi s'imbatta non potrà non identificare la sunnominata piazza con l'area oggi pavimentata che vi si trova giusto dirimpetto, all'epoca della sua realizzazione voluta principalmente per permettere agevoli manovre al traffico eno-commerciale del tempo. Oggi, esaurito quel via vai di autobotti, ma ben lungi dal costituire luogo di ritrovo e di socializzazione, l'area s'è ridotta a pressoché inutilizzato parcheggio, sdegnato dai signori impiegati pubblici che preferiscono invece ostacolare la circolazione nel concentrico del paese, da venti a cento metri più in là. Al bencapitato non potrà importar di meno, ma l'amministrazione comunale - dove non sono tutti giovanissimi - lo avrà buggerato, giacché "Il diavolo sulle colline" è del 1949, mentre il piazzale di fronte al peso pubblico venne realizzato nel 1967 a scapito del "Prà d'la Blô-nna", il prato che si estendeva allora a limitare la via Roma, così com'era anche quando la via maestra era intitolata ad Umberto I, e prima ancora. Sebbene una prima lettura possa suggerire la piazzuola compresa tra la chiesa ed il Municipio, penso che nel suo «gironzare» per Mombello, l'io narrante del racconto di Pavese per «piazza» intendesse piuttosto (sicuramente intendeva) quel tratto dell'allora "via Umberto I" grosso modo compreso tra il muro che sostiene la salita della via Morra ed il monumento ai Caduti: peraltro mai definita "piazza" da nessun mombellese, detta area fino agli anni '80 costituì nelle mattine di festa affollato luogo di ritrovo per agricoltori, allevatori, commercianti, sensali d'affari, che vivificavano il paese di animate discussioni all'ombra dell'effigie posta ad insegna della macelleria. Oggi, che di negozi in paese non ce ne sono più da anni ed anche quell'ultima testa bovina ha preso da tempo la via del mattatoio dell'oblio, nei giorni di festa il paese non è più animato che nel resto della settimana, anzi: lo è ancor meno, e a dirla proprio tutta, a guardar oggi quel tratto di strada deserto tra il muro ed il monumento, forse neppure al buon Cesare verrebbe in mente una piazza. Del resto la piazzuola del sagrato è fin troppo nascosta: sarà forse per quello che in Comune avran pensato di dare una rimescolatina alle memorie del paese. Ed ecco che, promosso sul campo quell'altro spazio in barba alla storia ed a Pavese, e ribaltati i rispettivi ruoli, la «piazza» è diventata funzionale al cartello, e non viceversa. Se non altro, a sostare davanti alla citazione indicata dal giovane e desolato parcheggio, qualche automobilista forestiero la domenica ci capita.
     La collocazione d'una targa nel posto sbagliato è tuttavia cosa da nulla, se messa a confronto con l'enorme sproposito spacciato per fatto storico sul Sito Ufficiale del Comune. Grazie al quale, a pochi mesi dal referendum tra i residenti circa la loro volontà o meno di zittire quotidianamente per alcune ore le campane della chiesa parrocchiale, Mombello può oggi rivendicare il proprio buon diritto di salire nuovamente agli onori della cronaca.
Ma se a suo tempo, dipinta in chiave guareschiana da stampa e televisione, quella disputa tra le avverse fazioni fece sorridere più di qualcuno, questa volta il caso è ben diverso: e se anche può darsi quasi per scontato l'effetto d'un primo muover l'ilarità in chi ne apprenda, a ben pensarci non c'è molto da ridere. Soprattutto da parte dei mombellesi i quali tutti, vuoi perché all'oscuro della cosa, vuoi per distrazione, vuoi per scarsa dimestichezza con la storia d'Italia o più semplicemente per fiducia malriposta, rischiano di esser immeritatamente investiti della stessa aura di corriva dabbenaggine che, a torto o a ragione, prevedibilmente non mancherà di aleggiare sui loro amministratori, mandanti certamente involontari d'una "bufala" che, lanciata (o rilanciata) al mondo dall'interno delle mura municipali, certo non può incidere favorevolmente sull'immagine del paese.
     Sul Sito Ufficiale del Comune, alla pagina "Cenni Storici" si legge tra l'altro che a Mombello Monferrato «[...]Napoleone, [...] proprio nel palazzo oggi denominato Palazzo Tornielli, firmò la Pace con Genova, nel 1797»; nelle "Info Turistiche", alla voce "Mombello e dintorni" è scritto che «in una sala del Palazzo nel 1797 Napoleone firmò la pace con la Repubblica di Genova», mentre alla voce "Luoghi d'arte nel paesaggio", a proposito del Palazzo Tornielli ancora lo stesso sito afferma che «Fu in questa dimora nobiliare che 1797 Napoleone firmò il trattato di pace che pose fine alla guerra tra la Repubblica di Genova e la prima Repubblica Francese». Il che, comunque lo si scriva, è - per dirla con facile ossimoro - un'autentica falsità. Vero è invece che una tale enormità avrebbe potuto e dovuto esser notata e segnalata da tempo, poiché quelle pagine risalgono già a qualche anno fa: faccio dunque ammenda anche a me stesso per esservi capitato su soltanto recentemente e quasi per caso. Dello sproposito così serenamente diffuso dal sito informatico del Comune, l'unico riscontro su carta stampata del quale sono venuto a conoscenza si trova nel volume di Massimo Balbi "Mombello Monferrato - storia di un paese e dei suoi figli", dato alle stampe in occasione del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia: «il 5 giugno 1797 fu firmato, nel palazzo del Pretorio, ora detto "Tornielli", il trattato di pace tra Napoleone e Genova». Verrebbe da chiedersi se dei due uno non sia stato la fonte dell'altro.
     Ad ogni modo, la ghiotta informazione ovviamente è stata ripresa e rilanciata sul web: un operatore del settore Bed&Breakfast, toccato molto da vicino dalla fortunata circostanza, attraverso alcune agenzie on-line suggerisce ai propri potenziali clienti di farsi «incantare dal romanticismo e dalla storia di un pittoresco palazzo d'epoca», asserendo loro che «l'originale villa in cui l'imperatore Napoleone ha soggiornato e in cui ha firmato il trattato di pace di Genova, ovvero Palazzo Tornielli, è intrisa di storia politica [...]» ed invitandoli infine a cena nell'«ambiente accattivante» della «famosa "Sala del Trattato di Napoleone"». Da dove tale operatore abbia ricavato elementi atti addirittura ad individuare con tanta certezza la stanza che così pomposamente deve egli stesso aver battezzato, io non lo so: ma poiché verosimilmente ingannato dalle fanfaluche di improvvisati «ricercatori e storici locali», a maggior ragione se accreditati presso l'Amministrazione Comunale, non mi sento di rimproverargli quell'eccesso di fantasia e mi limito a ricordargli che quel Napoleone venne proclamato imperatore soltanto il 18 maggio 1804.
Del resto, nel sito web della propria azienda, quello stesso operatore dedica alla Storia di Mombello Monferrato una pagina che si rivela in tutto e per tutto come l'evidente frutto d'una lunga serie di distratti copia-incolla dai "Cenni Storici". E dunque anche lì, proprio come nel Sito Ufficiale del Comune, Napoleone Bonaparte appone le sue brave firme all'ombra delle mura di quella "cà d'Tôrieli" che nessun mombellese DOC ha mai chiamato palazzo. Indubbiamente, quando creduta, dal punto di vista turistico tale affermazione potrebbe rappresentare un valore aggiunto ed un ritorno vantaggioso per entrambi; tuttavia è talmente spropositata e così facilmente smascherabile che risulta impossibile pensare ad una vera e propria bufala: si direbbe piuttosto trattarsi della conseguenza d'un primitivo abbaglio che abbia poi trovato terreno fertile nella faciloneria di tutti coloro che a vario titolo sono stati e sono a tutt'oggi corresponsabili della sua diffusione. È invece inspiegabile come in loco, una volta di fronte ad un fatto altrimenti così rilevante per il proprio paese o per la propria azienda, nessuno abbia avuto anche soltanto la curiosità di saperne di più, soprattutto tra i sedicenti «storici locali». Sarebbe bastato consultare un qualunque testo di Storia per le scuole superiori. O cercare sul web, sebbene per i più sprovveduti sia quella la meno consigliabile delle soluzioni: giusto questa vicenda sta lì a dimostrarlo una volta di più.
     In ogni caso, con l'errata definizione «Pace con Genova» (Genova non fu mai in guerra con la Francia rivoluzionaria) e simili, senza dubbio tutti i protagonisti attivi di questa figuraccia collettiva si riferiscono al concordato sul cambio di regime nella città della Lanterna, imposto dall'allora generale Bonaparte, che sanciva la trasformazione della Repubblica di Genova (una oligarchia aristocratica) in Repubblica Ligure (una democrazia): il testo di tale accordo, poi approvato a Genova il 9 giugno successivo, è universalmente noto come "Convenzione di Mombello". Peccato che il Mombello di tale Convenzione si trovi in Brianza, nel territorio comunale di Limbiate, e che tra il 5 ed il 6 giugno 1797 Napoleone abbia elaborato quel testo nella villa Pusterla-Crivelli (detta anche Palazzo Crivelli) che là appunto si trova. Ce ne sarebbe abbastanza almeno per una querela di parte, che so, per usurpazione di ruolo nella Storia; ma credo che quei di Brianza si contenteranno d'un commiserevole sorriso, lasciando a noi mombellesi di Monferrato facoltà di arrossire almeno un po'.

                                                                                 Ermanno Ronco - Mombello Monferrato.










Mombello Monferrato - piazzale
Mombello Monferrato - piazzale anonimo















targa pavesiana riflessa da finestrino
Mombello Monferrato - riflessi


































Mombello Monferrato - casa Tornielli lato nord
Mombello Monferrato - "Palazzo Tornielli"


















Limbiate - Villa Pusterla Crivelli cortile interno
Villa Crivelli (Mombello di Limbiate) - cortile interno
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biateVillaPusterla/Limbiate-Villa-Pusterla-Cortile-Interno-Da-Est_120116054705.jpg

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Villa Pusterla Crivelli - lapide commemorativa
Villa Crivelli (Mombello di Limbiate) - dettaglio interno: lapide commemorativa nella camera da letto che ospitò Napoleone Bonaparte
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http://www.villegentilizielombarde.org/mediacenter/LimbiateVillaPusterla/Limbiate-Villa-Pusterla-Lapide-Commemorativa-Nella-Camera-Di-NapoleoneI-Al-Primo-Piano_120116054705.jpg
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Mi scuso con quanti fossero approdati alla presente pagina convinti di trovarvi argomenti inerenti la figura del del Capitano Orlandi (Rinaldo Ronco, nome di battaglia: Orlando Orlandi). In realtà si tratta di tutt'altro, ma è stata pubblicata sul sito dedicato al comandante della X Divisione Garibaldi "Italia" per mie personalissime ragioni di opportunità.       Ermanno Ronco